Il mondo della luna, libretto, Torino, Avondo, 1760

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa di Ecclitico con tre sedie.
 
 LISETTA con paggi
 
 LISETTA
 Olà, paggi, staffieri,
1210camerieri, braccieri,
 datemi da seder. Arricordatevi
 ch'io son la monarchessa.
 Vogl'esser obbedita e rispettata.
 E se farete ben, vi sarò grata.
1215Sopra tutto avvertite
 di nulla riportarmi
 di quel che fa il mio sposo
 e nulla a lui mai riportar di me,
 mentre ognuno di noi pensa per sé.
1220Avete a dormir poco,
 avete a mangiar freddo
 e nell'ore dell'ozio
 vo' che l'astrologia tutti studiate,
 acciò saper possiate
1225quello che far vi tocca,
 senza che a comandarvi apra la bocca.
 Se qualchedun sospira
 per le bellezze mie, ditelo in modo
 di non farmi arrossir. Se la fortuna
1230aiutar vi vorrà con delle mance,
 un occhio serrerò
 né la vostra fortuna impedirò.
 Ma che vedo? Son qui le mie padrone?
 Che padrone! Son io la maestà;
1235mi metterò in contegno e gravità.
 
 SCENA II
 
 FLAMINIA, CLARICE e detta
 
 FLAMINIA
 (Divertiamoci un poco). (A Clarice)
 CLARICE
                                                (È tanto sciocca
 che il sognato piacer si gode in pace).
 FLAMINIA
 (Facilmente si crede a quel che piace).
 LISETTA
 (Che dicono, che fanno?
1240All'uso femminil mormoreranno).
 FLAMINIA
 Signora, mi consolo
 della vostra fortuna.
 LISETTA
                                       Vi ringrazio.
 CLARICE
 Me ne consolo anch'io,
 viva vostra maestà.
 LISETTA
                                      Ragazze, addio.
 FLAMINIA
1245Si ricorda, signora,
 quand'era nostra serva?
 LISETTA
                                               State zitta.
 Del nostro primo mondo mi scordai,
 come se non ci fosse stato mai.
 CLARICE
 Quest'è l'uso comune;
1250chi sorte ha migliorato
 non si ricorda più del primo stato.
 LISETTA
 Come vi piace il mondo della luna?
 FLAMINIA
 È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.
 CLARICE
 Lei ci fa troppo onore.
 LISETTA
1255Sì sì vi voglio far questo favore.
 FLAMINIA
 (È ridicola invero).
 CLARICE
                                      (Io me la godo).
 Mi favorisca, lei
 è provveduta ancor di cicisbei?
 LISETTA
 Oh che diammine dite?
1260Oggi ho preso marito.
 CLARICE
                                           In questo mondo,
 per quel che m'hanno detto,
 insegna della luna il galateo
 essere posto in uso il cicisbeo.
 FLAMINIA
 Quest'è comune usanza;
1265e saria il non averlo un'increanza.
 LISETTA
 Ma il marito?
 CLARICE
                            Il marito,
 fra lunatici umori il più corrente,
 tacerà, soffrirà, non dirà niente.
 FLAMINIA
 Il lunar cicisbeo
1270pria che siate levata
 verrà bever da voi la cioccolata.
 LISETTA
 E il marito?
 CLARICE
                         E il marito
 col medesimo gioco
 andrà a beverla anch'egli in altro loco.
 LISETTA
1275Ma io, che son novella,
 trovarmi non saprei
 di questi cicisbei.
 CLARICE
                                   Fate così;
 ditelo al vostro sposo;
 un marito amoroso
1280alla moglie prudente
 trova egli stesso il cavalier servente.
 
    Un parigin che serva
 per mera civiltà
 col suo servir conserva
1285le leggi d'onestà.
 Guardatevi da quelli
 che voglion comandar.
 Già so che m'intendete.
 Né voglio mormorar.
 
1290   Vi basti un solo laccio
 ch'è quel del vostro sposo.
 Fuggite il duro impaccio
 d'un cicisbeo geloso;
 se docile è il servente,
1295si puole sopportar;
 ma quando è impertinente,
 si manda a far squartar.
 
 SCENA III
 
 FLAMINIA e LISETTA
 
 FLAMINIA
 Possibile, o Lisetta,
 che ti lasci accecar dall'ambizione
1300e non vedi che questa è un'illusione?
 LISETTA
 Olà, come parlate? (Si alza)
 FLAMINIA
 Si fan delle risate
 a causa della tua sciocca credenza.
 LISETTA
 Cos'è quest'insolenza?
1305Lo so che per invidia voi parlate;
 io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 Tu sei pazza...
 LISETTA
                             Tacete.
 FLAMINIA
 Lo vedrai...
 LISETTA
                        Non vi ascolto.
 FLAMINIA
 Cecco è l'imperator.
 LISETTA
                                       No, non è vero.
 FLAMINIA
1310Il lunatico impero
 terminerà in fischiate.
 LISETTA
 Io sono imperatrice e voi crepate.
 FLAMINIA
 
    Ah purtroppo il nostro core,
 che mal regge i propri affetti,
1315ingannar da falsi oggetti
 sempre mai si lascerà.
 
    Or la gioia, or il dolore
 forsennato in sé comprende
 ma né l'un né l'altra intende
1320e scoprire il ver non sa. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 LISETTA sola
 
 LISETTA
 Oh guardate, garbata signorina!
 Con me, che son regina e monarchessa,
 voler venire a far la dottoressa.
 Ma purtroppo è così; quando si dona
1325a certa gente bassa
 un po' di confidenza,
 convien sempre temer qualche insolenza.
 E poi e poi l'invidia
 è il vizio che a costoro il cor martella;
1330or di questa, or di quella
 si mormora da loro a più non posso
 e si taglian agli altri i panni adosso.
 
    Quando si trovano
 le basse femmine,
1335dicono, parlano
 sempre così.
 
    «Ehi non sapete?
 Nina l'ha fatta».
 «Che cosa dite?»
1340«Lilla fuggì».
 
    Le triste femmine
 sono così.
 
    Ma di quel numero
 io non vogl'essere,
1345son fatta nobile
 e il basso spirito
 da me svanì.
 
 SCENA V
 
 Sala in casa di Ecclitico con trono da un lato.
 
 ECCLITICO, BUONAFEDE, CECCO da imperatore, ERNESTO e seguito di cavalieri e servi
 
 CECCO
 Uomo sublunare,
 in questo nostro mondo
1350le figlie, quando sono da marito,
 si maritano tosto e non si aspetta,
 come talor nel vostro mondo usate,
 che le femmine sian quasi invecchiate.
 BUONAFEDE
 Eh, signor, le mie figlie
1355son pure ed innocenti.
 CECCO
                                            E pur si dice
 che le femmine vostre
 nascon laggiù colla malizia in corpo.
 ECCLITICO
 È vero, dite bene!
 Appena una ragazza sa parlare
1360principia ricercare
 cosa vuol dir sta cosa e poi quest'altra
 e con il praticar diventa scaltra.
 Le fanciulle alla moda
 sanno dove che il diavolo ha la coda.
 BUONAFEDE
1365Ma Flaminia non sa, non sa Clarice
 distinguer dalla rapa la radice.
 CECCO
 Orsù, se queste figlie
 hanno da star quassù,
 maritarle conviene,
1370altrimente così non stanno bene.
 BUONAFEDE
 Io mi rimetto a quello che farà
 vostra più che lunare maestà.
 ECCLITICO
 Ecco viene Flaminia, ecco Clarice,
 corteggiando la nostra imperatrice.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Tutti
 
 LISETTA
1375Brave, brave, ragazze, mi piacete,
 se voi mi servirete,
 la mancia vi darò
 e quanto prima vi mariterò.
 CECCO
 Sposa, venite in trono,
1380se vostro sposo io sono,
 vo' che siam promotori e testimoni
 di due altri felici matrimoni. (Va in trono con Lisetta)
 Ernesto, a voi destino (Ad Ernesto)
 Flaminia per consorte.
1385La prenderete voi?
 ERNESTO
                                      Sì, mio signore,
 lieto la sposerò con tutto il core.
 CECCO
 E voi, Flaminia bella,
 siete di ciò contenta?
 FLAMINIA
                                         Contentissima.
 ERNESTO
 Sposa mia dilettissima.
 FLAMINIA
1390Adorato consorte.
 A DUE
 O felice momento! Oh lieta sorte!
 ERNESTO
 
    Cara, ti stringo al seno.
 
 FLAMINIA
 
 Caro, già tu sei mio.
 
 A DUE
 
 Oh che contento! Oh dio!
1395Ah che mi balza in petto
 tutto brillante il cor.
 
 BUONAFEDE
 Oh figlia, oh sangue mio,
 nel vederti gioir giubilo anch'io.
 CECCO
 Ecclitico, a voi tocca
1400render lieta e felice
 con i vostri sponsali anco Clarice.
 ECCLITICO
 Eccomi, pronto io sono
 e della destra sua sospiro il dono.
 CECCO
 Clarice, il prenderete?
 CLARICE
                                            E perché no?
1405Anzi con tutto il cor lo prenderò.
 ECCLITICO
 Ecco la mano.
 CLARICE
                            E con la mano il core.
 A DUE
 Oh felice fortuna! Oh lieto amore!
 ECCLITICO
 
    Sposina mia cara.
 
 CLARICE
 
 Sposino diletto.
 
 ECCLITICO
 
1410Mi sento nel petto
 il core balzar.
 
 CLARICE
 
    La gioia, l'affetto
 mi fa giubilar.
 
 A DUE
 
    Oimè che contento!
1415Oimè cosa sento!
 Non posso più star.
 
 BUONAFEDE
 Cara la mia figliuola,
 il vederti contenta mi consola.
 CECCO
 Buonafede, che dite?
1420Siete di ciò contento?
 BUONAFEDE
                                          Anzi ho piacere
 che sian le mie figliuole maritate.
 CECCO
 Voi stesso l'approvate?
 BUONAFEDE
                                            Signorsì...
 CECCO
 Quando dunque è così,
 per maggior sussistenza
1425del loro matrimonio,
 acciò non si rendesse un giorno vano,
 congiungetele voi di vostra mano.
 BUONAFEDE
 Sì signor, dite bene;
 questa funzione al genitor conviene.
 
1430   Qua la mano, qua la mano, (A Flaminia ed Ernesto)
 io vi unisco in matrimonio,
 stia lontano quel demonio
 che si chiama gelosia.
 Lunga vita il ciel vi dia
1435e figliuoli in quantità.
 
    Qua la mano, qua la mano. (Ad Ecclitico e Clarice)
 Vi congiungo e sposi siete.
 State uniti, se potete,
 fra voialtri non gridate
1440e al dovere non mancate
 della vostra fedeltà.
 
 CECCO
 Orsù, tutto è finito. (S’alza)
 Son fatti i matrimoni.
 Buonafede è contento.
1445Voi siete soddisfatti.
 Ognun vada a goder la sua fortuna
 e bisogno non v'è più d'altra luna.
 ECCLITICO
 Sì sì, voi dite bene,
 or che siam maritati,
1450or ch'è ognuno di noi lieto e giocondo,
 tornar tutti possiamo al nostro mondo.
 ERNESTO
 Al mondo ritorniamo
 e grazie a Buonafede noi rendiamo.
 BUONAFEDE
 Come? Che cosa dite?
1455Intendervi non so.
 CECCO
 Meglio dunque con voi mi spiegherò.
 
    Buonafede tondo tondo,
 come il cerchio della luna,
 ritornate all'altro mondo
1460a cercar miglior fortuna.
 
 ECCLITICO
 
    E le vostre donne belle
 resteranno qui con noi,
 maritate con tre stelle
 che son furbe più di voi.
 
 ERNESTO
 
1465   Signor suocero garbato,
 non son stella qual credete,
 benché in stella trasformato
 so che voi mi conoscete.
 
 BUONAFEDE
 
    Ah bricconi, v'ho capito,
1470son da tutti assassinato;
 ma sei tu che m'hai tradito, (Ad Ecclitico)
 cannocchiale disgraziato.
 
 LISETTA
 
    È finito tutto il chiasso
 per me povera meschina;
1475lascio il trono e vengo a basso,
 che mi attende la cucina.
 
 TUTTI
 
    Questo è quello che succede
 a chi vuol cambiar fortuna;
 tutto spera e tutto crede
1480nelle stelle e nella luna;
 ma alla fin si pentirà
 chi lunatico sarà.
 
 Fine del dramma